il museo degli aquiloni

un museo volante itinerante

 

la storia

I combattenti

     Gli aquiloni combattenti

    Un piccolo mondo, all'interno della storia degli aquiloni, è quello degli aquiloni combattenti.

    I Nagasaki Hata giapponesi e i combattenti indiani, usano l'instabilità delle superfici piane e la deformazione della struttura a proprio vantaggio.

     Volano velocemente da un punto all'altro secondo una traiettoria rettilinea, quando chi li fa volare mette in tensione il cavo di traino tirandolo a sé, mentre quando la tensione del cavo viene allentata, l'aquilone si ferma ed inizia a ruotare lentamente intorno al proprio centro di briglia.

     Appena la punta dell'aquilone è nella direzione voluta, tendendo di nuovo il cavo di traino l'aquilone riparte velocissimo in direzione retta e cosi via seguendo un percorso che è un continuo zigzagare nel cielo.

     Durante un combattimento, la parte del cavo più vicina all'aquilone viene cosparsa di colla e polvere di vetro con l'obiettivo di tranciare in volo il cavo dell'aquilone avversario, in modo da farlo cadere e impadronirsene.

     I combattenti Indiani e i Nagasaki Hata sono molto simili tra loro, devono essere perfettamente simmetrici e bilanciati e le loro dimensioni non superano i 70 centimetri.

     La struttura è in bambù e la traversa è curva e rastremata alle estremità, in modo da reagire anche ad una minima variazione della tensione sul filo.

     Il segreto della loro manovrabilità e del loro comportamento è racchiuso nel cambiamento della forma dell'aquilone: se il cavo di traino è lento, la velatura è perfettamente piatta e l'aquilone è instabile, mentre quando il cavo entra in tensione il vento spinge indietro la velatura che si deforma intorno al longherone centrale prendendo l'aspetto della chiglia di una barca a vela e fendendo quindi l'aria con un movimento rettilineo e stabile.

     Quando la tensione sul cavo diminuisce, l'elasticità della traversa in bambù riporta in piano la velatura e l'aquilone ridiventa instabile.

     Tra i combattenti, i Nagasaki Hata e gli Indian Fighter sono i più maneggevoli e i più veloci.

     Una traccia di questo tipo di aquiloni in Italia è data da Giuseppe Pitrè nel suo libro sulle tradizioni popolari siciliane: l'aquilone è chiamato stidda (stella) o cumita (cometa) ed è di forma quadrata come il combattente malese ma con i pendagli come il Nagasaki Hata.

     Era usato senza coda per il combattimento e con la coda e con un unico ramo di briglia per il volo normale.

     A Palermo fino all'inizio del nostro secolo venivano fatte volare per strada lunghe file di questi aquiloni (filiere) protette da un "cursali" (un combattente corsaro), pronto a fare la guardia alla filiera dagli attacchi di altri cursali che se ne avessero catturato il filo, si sarebbero impadroniti dell'intera filiera.

     In Corea gli aquiloni combattenti vengono fatti volare durante le prime due settimane dell'anno e la loro forma è simile al rettangolo Giapponese, ma con un foro al centro, che li rende più stabili ma meno veloci.

     I combattenti Tailandesi sono il "chula" e il "pakpao": il chula ha la forma stilizzata di un uccello (anche il suo nome significa uccello), è grande a volte più di un uomo, ed è l'aquilone maschile, mentre il pakpao (pesce) è più piccolo ed è l'aquilone femminile.

     In Giappone, in occasione della celebrazione del quin­to giorno del quinto mese, si svolgono anche combattimenti tra aquiloni giganti nelle città di Hojubana e Ham­mamatsu.

    Gli aquiloni hanno forma rettangolare con una struttura reticolare in bambù rinforzata da stecche disposte diagonalmente, ed hanno dimensioni che nella città di Hojubana possono arrivare fino a dieci metri di larghezza per quindici di altezza, con un peso di centinaia di chili ed un diametro delle stecche di rinforzo pari a quello del polso di un uomo.

     Questi enormi combattenti sono manovrati da squadre formate da decine di persone, e sono disegnati con le insegne tipiche della contrada che rappresentano.

     Gli aquiloni del festival di Hammamatsu hanno dimensioni più ridotte, che variano dai trenta centimetri ai quattro metri e mezzo di altezza. I più piccoli vengono fatti volare con vento forte, i più grandi con vento leggero, ed entrambi con l'ausilio di code.

     Al festival partecipa un pubblico di 250.000 persone, ed i combattimenti av­vengono tra una cinquantina di contrade, ognuna con un team composto da un centinaio di persone con 75 aquilo­ni di diverse grandezze. La popolazione di ogni contrada partecipa all'acquisto degli aquiloni del proprio team, ed una parte consistente di questa spesa viene coperta dalle donazioni delle famiglie che hanno avuto un figlio pri­mogenito durante l'anno precedente. Il festival ha luogo sulla spiaggia di Nakatajima, tra il 3 e il 5 maggio di ogni anno, in uno spazio dove si mescolano in modo spettacolare e senza soluzione di continuità sia gli spettatori che i team delle contrade.